Televideo, pagina 210, Bologna*.
- Scritto da jacquesdemolay
Un punto di penalizzazione.
Bologna, un punto di penalizzazione, ricorda l'asterisco. Alla fine è accaduto quello che davvero nessuno si aspettava. Questo è il primo COLPO post retrocessione di un presidente che appena tre giorni fa recitava il mea culpa davanti a tutti i rappresentanti della tifoseria (associazioni, ultras, club, su un piano per forza inclinato e grossolano, perché le prime sono SOCI, gli altri – serissimi, ma non è questo il punto - no), si dimostrava sinceramente dispiaciuto e rilanciava un "progetto interessante" per risalire immediatamente in serie A. E perché no, vincere l'Europa League l'anno dopo o già a Natale (tanto vale tutto). L'Al Pacino della Motor Valley.
Sfiancante ripetere l'interminabile elenco di orrori, le bugie e l'orgoglio con cui si è perseverato ai 200 km/h contro un muro. Triste, anzi, meschino, approfittare del buon cuore dimostrato dai tifosi incontrati (Sedotti? Raggirati?), colpevoli solo di troppo amore. Ma in buona fede commettiamo errori e per amore ci fidanziamo con le persone sbagliate, facendoci trattare a pesci in faccia fintanto che la goccia non fa traboccare il vaso – o un amico non ci dà due ceffoni. È successo a tutti, è successo a me e non biasimo chi ha incontrato il presidente in questi giorni, perché probabilmente, per amore del Bologna, avrei accettato anche io.
Di fatto, oggi, a due settimane dalla retrocessione, il Bologna si presenta ai nastri di partenza del campionato di serie B con un brutto neo, lo stesso che ha condannato alla damnatio memoriae Porcedda, quello dal quale Guaraldi ci ha (avrebbe?) salvato. Ed è, con lampante tempismo, già ultimo.
E la colpa questa volta di chi è? Di Ramirez no, è al Southampton, quella squadretta di medio alta classifica della Premier inglese, e magari ai Mondiali con l'Uruguay. Di Portanova e di Gilardino, che hanno riscosso lo stipendio? Di Pedrelli, di Setti o di Bagni? O di Preziosi che non ha rispettato il gentleman agreement? Del paracadute di Sky che non si è aperto? Qualcuno sussurra che la responsabilità sia lo scarso professionalism di un oscuro club cinese, ma altri giurano che stavolta sia colpa della curva, anzi di Futuro rossoblu, anzi di Zanetti e un po' di Grillo e di Diamanti.
Manca sempre la reale e piena attribuzione di responsabilità al protagonista, quello che per due anni è stato tutti i giorni sui giornali – beneficiando di questo – con la favola dei 51 punti, la novella del vinello buono e il fantasy del progetto tecnico "per portare stabilmente il Bologna fra il sesto e il nono/decimo posto" (questa l'avete dimenticata?). Quello che ora, invece di ripianare ai suoi errori e regalare quel bene speciale e quasi pubblico ("Bologna è un brand", spiegavano in settimana i luminari) facendo cento passi indietro, prende tempo, bluffa, rilancia.
Dicono che l’indole delle persone non cambi. Dicono che per fare calcio ad alti livelli occorrono soldi e abilità (infatti, non è per tutti). Se mancano i primi ci vuole la seconda. Partiamo da qui? Quali sono stati i risultati conseguiti nel triennio da questa società? Nella vostra risposta c'è l'unica opinione possibile. Sbranarsi fra noi può solo aggiungere rancore, rabbia e tristezza a un cielo tanto fosco e freddo quanto – si, poveri noi - annunciato da tempo dalle nuvole.
JDM