Ricordo di Dall'Ara.
- Scritto da Fabio Galetti
Bologna F.C. e AAVV, Spa Poligrafici Il Resto del Carlino, Bologna, 1964.
Spulciando su internet ho trovato qualche mese fa un libro intitolato "Ricordo di Dall'Ara" che venne pubblicato dal club pochi mesi dopo la scomparsa del nostro grande Presidente.
E' un libro di una sessantina di pagine che raccoglie gli scritti di alcuni personaggi celebri nella città di Bologna ed all'interno dello stesso Bologna, dall'allora Sindaco Giuseppe Dozza, al Presidente e al Vice Presidente della FGCI Pasquale e Barassi, dal Commendator Goldoni che rilevò la Presidenza del Bologna proprio dopo la scomparsa di Dall'Ara a Italo Cucci, già allora cronista delle vicende sportive del Bologna.
Dalle pagine emerge la figura di un Dall'Ara animato dalla genuina passione di un uomo semplice, di stampo antico, che sapeva immergersi con grande dedizione e sincerità in tutte le sue attività da imprenditore nel settore della maglieria a quella carica di Presidente del Bologna che tenne per tanti anni.
Emerge anche un aspetto del suo carattere, cocciuto nel tener testa ai forti, ai pari grado, nell'industria come nello sport, ma rispettoso degli umili perché lui stesso veniva da umili origini e che vorremmo fosse sempre l'emblema di un nostro Presidente e del nostro modo di essere come società e squadra di calcio.
Renato Dall'Ara fu il nostro Presidente dal 1934 per "trent'anni meno cinque giorni" come è intitolato il gruppo di pagine centrali del volume che racchiudono la storia sportiva del suo Bologna, pagine scritte da Cucci appunto.
Perché la morte che lo colse prematuramente il 3 giugno 1964 a Milano negli uffici della Lega non solo gli impedì di festeggiare dal vivo il suo quinto scudetto ma anche di celebrare, di lì a pochi giorni, il trentennale appunto della sua ascesa alla Presidenza del Bologna Football Club.
E' difficile per noi che in quei giorni eravamo bambini di 3-4 anni, capire lo spirito con cui il Bologna giocò quello spareggio a Roma.
Credo però che la morte di Dall'Ara, avvenuta secondo molti anche per l'aggravarsi delle sue già precarie condizioni di salute a causa dell'amarezza dello scandalo del doping, servì a fornire una motivazione ancora più profonda ai suoi giocatori.
Una motivazione e, successivamente, una festa vissute quasi in silenzio, per una forma di pudore e rispetto per quella figura unica di Presidente che aveva fatto moltissimo per il Club e che aveva toccato, magari centellinando sull'aumento del contratto, ma amandoli tutti indistintamente, una per una tutte le vite e le carriere di quei magnifici atleti in rossoblu.
Fabio "Gallo" Galetti